Rebranding: perché le aziende scelgono di cambiare

Quando si parla di rebranding si pensa subito al cambio radicale del logo di un’azienda, ma non si tratta sempre di questo.

Che cos’è in realtà questo processo? E che cosa comprende?

 

Una strategia di rebranding è solitamente associata alla necessità di un cambiamento nella brand image, cioè nella percezione che i consumatori hanno dell’azienda in questione. Ovviamente questa fase può includere il cambio del logo, ma non necessariamente. Quando si parla di rebranding è essenziale conoscere a fondo la propria azienda, i propri dipendenti, il settore di riferimento e il target di consumatori che sui vuole raggiungere. Ognuna di queste entità deve essere connessa e parlare la stessa lingua perché la brand image sia credibile.

 

Le motivazioni per le quali un’azienda decide di rinnovare la propria immagine possono essere diverse.

 

Nel mondo moderno, in perenne evoluzione, è necessario essere sempre aggiornati ed evolvere velocemente per stare al passo: un cambiamento radicale può rappresentare un’opportunità di miglioramento della brand image, una strategia per innovare e crescere, per rivolgersi a nuovi mercati o per rafforzare ulteriormente il rapporto con il target originario.

 

In altri casi, il rebranding è necessario per rispondere a eventi specifici, come l’acquisto o la fusione di un’azienda con un’altra realtà; non sono da escludere le questioni di ordine legale o problemi che riguardano il trademark.

 

E i competitor? È fondamentale tenerli sempre in considerazione; il rebranding è utile in risposta a cambiamenti o innovazioni da parte dei “rivali” che in qualche modo impongono all’azienda la necessità di aggiornarsi per mantenere un vantaggio competitivo.

Infine, come ultima motivazione ma non meno importante delle altre, il rebranding può essere necessario in seguito ad una crisi aziendale che ha danneggiato la brand reputation, per migliorare la percezione che i consumatori hanno del marchio.

 

Due esempi di rebranding di successo sono le italiane TIM ed Enel. Le due grandi aziende hanno cambiato il logo e adattato l’immagine aziendale ai numerosi cambiamenti nei rispettivi mercati di riferimento. Tim ha unificato infatti sotto lo stesso marchio i servizi mobile e quelli di rete fissa, andando incontro alla necessità dei clienti e adeguandosi quindi alla rivoluzione digitale degli smartphone mentre Enel ha adattato la sua immagine ad un mondo sempre più innovativo ed in movimento.

E come dimenticarsi di Burberry? Con l’avvento di Riccardo Tisci alla guida della direzione creativa dello storico brand londinese abbiamo assistito ad una vera e propria rivoluzione:un nuovo logo e tanti nuovi pattern sono solo alcune delle importanti novità.

 

Non esistono dei consigli precisi ma ricordatevi sempre che quando si parla di rebranding, la prima cosa a cui bisogna pensare è di escogitare un modo per creare una connessione a livello emotivo tra le persone e il brand. I brand di successo sono infatti quelli in grado di evocare emozioni positive. Confrontatevi sempre con i vostri clienti reali o potenziali, ascoltateli e cercate di imparare da loro. Il vostro obiettivo è aumentare la fidelizzazione del cliente nei confronti del brand.

 

Non servono cambiamenti radicali, si può iniziare con qualcosa di piccolo per rilevare le reazioni dei clienti e decidere come procedere di conseguenza. Con calma, passo dopo passo, potrete modificare elementi caratteristici della vostra identità.

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