Native Advertising: quali vantaggi per le aziende?

Il native advertising è un termine che fa parte ormai del linguaggio comune, ma cosa significa esattamente, e, soprattutto, quali vantaggi porta alle aziende?

LA DEFINIZIONE

Per inquadrare meglio il concetto di native advertising, possiamo ricorrere alla definizione offerta da IAB, l’Interactive Advertising Bureau che opera nel campo della pubblicità digitale a livello mondiale:

“Il native advertising è un contenuto sponsorizzato promosso e visualizzato all’interno dei contenuti offerti ai lettori. Al contrario della pubblicità tradizionale che distrae il lettore dal contenuto per comunicare il messaggio di marketing, il native cala completamente la pubblicità all’interno di un contesto.” (NATIVE ADVERTISING The Art of Making)

Questa definizione evidenzia subito le principali differenze tra il native advertising e il display advertising: mentre il secondo disturba l’utente nella sua attività di consultazione con continui pop-up e video pubblicitari, il native advertising fa in modo che la pubblicità si mimetizzi nella pagina ospitante, perdendo così la sua identità di elemento disturbante e favorendo la curiosità degli utenti e l’engagement.

LE CARATTERISTICHE

In base a uno studio pubblicato nel 2013 da Sharethrough, la società di native advertising fondata da Dan Greenberg e Rob Dan, gli utenti visualizzano gli annunci native con una frequenza del 53% maggiore rispetto al display advertising.

Inoltre, il native advertising evita che l’utente sviluppi la cosiddetta “banner blindness”, effetto tipico del banner advertising secondo cui l’occhio e il cervello sviluppano la capacità di riconoscere a prima vista gli elementi non rilevanti, che vengono automaticamente ignorati.

I VANTAGGI PER LE AZIENDE

Allo scopo di rafforzare il proprio business e potenziare tutte quelle attività che rientrano nelle strategie di branding, il native advertising offre molteplici vantaggi per le aziende:

  • possibilità di stabilire un forte engagement con i propri utenti. In questo modo, la percentuale di CTR (click sul contenuto) aumenterà sensibilmente, e, a sua volta, andrà a diminuire il CPC (costo per click), incrementando così le entrate;
  • maggiore coinvolgimento degli utenti grazie alla pertinenza del contenuto sponsorizzato con l’essenza della pagina;
  • maggiori probabilità di ottenere più visitatori sul sito;
  • totale controllo sui contenuti da ospitare nella propria pagina web. In questo modo, le aziende possono costruire e selezionare i contenuti da indirizzare al proprio target, diversamente da come accade nel banner advertising, in cui è il pubblicitario a controllare i contenuti;
  • maggiori opzioni di segmentazione del target, con la possibilità di creare inserti ad hoc da incanalare ai giusti utenti di riferimento.

Considerati i vantaggi a favore del business delle aziende, il native advertising rappresenta un buon alleato per le varie strategie di branding, non limitandosi dunque a cercare di attirare la curiosità degli utenti, ma costruendo un vero e proprio engagement nei confronti del brand.

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